Naspi
La prima volta che in Italia venne introdotta la possibilità di utilizzare i naspi antincendio come attrezzatura d'emergenza per fronteggiare il fuoco fu grazie al Decreto Ministeriale del 12.09.1980. Quello rappresentava solamente un primo passo, un primo prototipo, che però permetteva un facile utilizzo anche al personale non esperto. I naspi antincendio iniziarono quindi a far parte della categoria della protezione attiva contro gli incendi, esattamente a metà tra gli estintori che hanno una ridotta durata di erogazione e gli idranti a muro che necessitano invece di una preparazione tecnica e di una conoscenza per usufruirne.
Il passo successivo fu nel maggio 2002 quando venne pubblicata la norma UNI 10779 nella quale vengono imposti il numero e i valori di portata dei naspi antincendio in base ai livelli di rischio dell'ambiente in questione.
L'armonizzazione con l'Unione Europea avvenne nel 1994: la 89/106/CEE imponeva, a determinati prodotti in commercio nei paesi della Comunità, le stesse caratteristiche e gli stessi livelli di sicurezza. Anche l'Italia si adeguò e la EN 671/1 introdusse le disposizioni necessarie per marcare i naspi antincendio CE. Dal 1 aprile 2004 tutte le case di produzione dei naspi antincendio hanno l'obbligo di seguire questa normativa europea, che ne definisce le caratteristiche funzionali:
RESISTENZA ALLA CORROSIONE ESTERNA: la norma di riferimento è la ISO 9227:1990 e prevede che non ci siano distaccamenti dei rivestimenti protettivi in vernice superiori a 2 mm, i quali comprometterebbero gravemente il funzionamento dei naspi antincendio;
RESISTENZA ALLA CORROSIONE ESTERNA: la norma di riferimento è la ISO 9227:1990 e prevede che non ci siano distaccamenti dei rivestimenti protettivi in vernice superiori a 2 mm, i quali comprometterebbero gravemente il funzionamento dei naspi antincendio;
RESISTENZA ALLA CORROSIONE DELLE CONDOTTE DI PASSAGGIO DELL'ACQUA: non ci devono essere deterioramenti dovuti alla corrosione e l'operatività di tutti i componenti deve essere costante (soglia dei 3 mesi di mantenimento del passaggio della condotta dell'acqua demineralizzata, dalla valvola alla lancia, con una soluzione all'1% di cloruro di sodio)
RESISTENZA ALL'INVECCHIAMENTO PER LE MATERIE PLASTICHE: ogni elemento plastico dei naspi antincendio non deve avere screpolature o fratture; esposto a 2 GJ/m2 deve mantenere la sua struttura.
CARATTERISTICHE TECNICHE: i naspi orientabili devono essere mobili per un'ampiezza di circa 170°; la prova d'urto inerziale ha come oggetto una massa di 25kg ad un'altezza di 300mm e la prova di carico statico con una massa di 75kg (dopo tutte queste prove non deve essere riscontrato nessun tipo di danno).
La norma UNI EN 671/1 ha armonizzato la costruzione dei naspi antincendio per tutta la Comunità europea. Gli standard di sicurezza sono fondamentali nel campo dell'antincendio.
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